Respirazione costo-diaframmatica e postura la tecnica vocale del cantante moderno l'associazione culturale "scuola di canto Lorena Scaccia" si trova a Civitavecchia (RM) Viale Adriano Novello 30 (zona San Gordiano) telefono 328 8691 404 fax: 0766.25826 info@scuoladicanto.it www.scuoladicanto.it / .org/ .net/ .biz/ .com p.iva e codice fiscale 09738991000 |
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Partiamo dal presupposto che praticamente tutti possono cantare bene. Prova ne è che nei paesi nordici, dove è molto sentito il canto corale, gli stonati sono praticamente inesistenti. Le persone completamente stonate sono rarissime, e debbono questa loro condizione perlopiù ad una anomalia che risiede in una zona ben precisa del cervello, oppure a seri problemi di udito, tutti gli altri che si definiscono “completamente stonati” sono probabilmente soltanto diseducati al canto e non hanno mai preso in seria considerazione lo studio del canto. Ovviamente la predisposizione naturale è molto importante, specialmente per divenire eccellenti cantanti. Ma diventare un serio professionista, che sa fare le cose correttamente, non poi un traguardo irrangiugibile. E’ chiaro che poi, come per tutte le altre attività umane, ci sono persone particolarmente predisposte al canto , ma ripeto, gli stonati totali sono casi rarissimi. Per cominciare a respirare correttamente immettiamo nei polmoni una gran quantità di aria facendo attenzione a non gonfiare troppo la cassa toracica e senza alzare le spalle. Spingiamo invece l’aria ispirata verso la pancia percependo la sensazione di avere un palloncino che si gonfia nella pancia (in questo modo stiamo convogliando l’aria inspirata anche nella parte bassa dei polmoni costringendo il diaframma a spostarsi verso il basso sotto la spinta dei polmoni). La respirazione che io sostengo essere quella ottimale per cantare canto moderno, è quella che viene comunemente chiamata "respirazione costale-diaframmatica". Il perchè di questo nome lo vedremo più avanti. Da non confondere quindi con una respirazione troppo alta "clavicolare" o troppo bassa "addominale". Una
corretta respirazione deve essere effettuata con tutto il polmone. Molto
spesso invece al giorno d'oggi si utilizza solo una parte dei polmoni. Quella
alta. Riducendo
così la ventilazione e gli effetti benefici della respirazione che sono in
primis, come universalmente risaputo, l'ossigenazione del sangue e quindi di
tutto il nostro corpo. Purtroppo
la frenetica vita quotidiana e lo stress di cui un pò tutti siamo le vittime
inducono una respirazione scorretta, appunto quella che utilizza prevalentemente
la parte alta dei polmoni. La
respirazione più naturale e quella che prevede l'utilizzo di tutto il polmone.
Ce ne accorgiamo perchè a gonfiarsi non è solo il torace bensì l'addome. Per cui
se vogliamo raccogliere indizi utili su come si effettua una corretta
respirazione osserviamo i bambini più piccoli. Loro non sono ancora diventate
vittime dello stress e la loro respirazione è quella che noi abbiamo perduto da
tempo e dobbiamo quindi
imparare di nuovo. Quando i polmoni si riempiono completamente acquistano un volume maggiore e quindi vanno ad occupare un pò dello spazio solitamente riservato alla viscere per cui abbiamo come effetto un rigonfiamento dell'addome che si porta in avanti, le costole inferiori si aprono lateralmente sotto la spinta dell'aria contenuta nella zona bassa dei polmoni e anche il diaframma si abbassa e su di lui viene esercitata una forza proporzionale alla quantità di aria immagazzinata. Utilizzando una frase un pò colorita possiamo dire che i polmoni si sono andati a trovare un pò di spazio sgomitando a destra e sinistra sulla gabbia toracica, e in basso sulle viscere attraverso il diaframma e i muscoli addominali. Da qui il nome di respirazione costale -diaframmatica. Quindi tratteniamo l’aria per qualche secondo e poi cominciamo a svuotare i polmoni emettendo il suono della vocale “O” (attenzione alla posizione della bocca esageriamo il movimento facendo assumere alla nostra bocca una posizione il più possibile tondeggiante). Quando decidiamo di espirare dobbiamo mantenere ben tonici i muscoli addominali onde fornire la giusta pressione sul diaframma e regolare quindi l’emissione dell’aria così come noi vogliamo mantenendo così costante e prolungato nel tempo lo svuotamento dei polmoni. Il flusso di aria emessa dovrebbe essere il più possibile costante. Eventuali tremoli si ripercuoteranno anche sulla stabilità della nota quando andremo a cantare. Un vecchio trucco per vedere se stiamo facendo bene ed esercitarci è quello di emettere l'aria sulla fiammella di una candela. Se il flusso sarà costante, come deve essere, la fiammella sarà sempre piegata con una inclinazione sempre uguale. Se si alza e si abbassa in continuazione il nostri flusso di aria non è costante. Facciamo questi movimenti LENTAMENTE, non abbiate assolutamente fretta né di inspirare né di espirare. Tra l’altro questo tipo di respirazione contribuisce anche a rilassarci quindi sfruttiamo bene il tempo che abbiamo deciso di impiegare per questo esercizio. Sono molte le discipline che dedicano mola attenzione alla respirazione diaframmatica e la utilizzano per trovare una migliore sintonia con il proprio corpo. Ad esempio le arti marziali, gli sport dove si esige concentrazione e precisione (tiro con l'arco, pistola, fucile ecc.) il trainig autogeno ecc. ecc. Imparata
la respirazione, che dovremmo cercare di applicare in ogni momento della nostra
giornata (ricordandoci sempre che quella
appena descritta è la respirazione più naturale) cerchiamo di imparare la giusta
postura del nostro corpo quando intendiamo cantare. |
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Approfondiamo ora il discorso respirazione, parlando di due movimenti fondamentali: . "L'appoggio e l'accento".
L’APPOGGIO (o sostegno) L’ACCENTO (o spinta)
E IL VIBRATO. L’appoggio e l’accento sono due movimenti eseguiti prevalentemente con i muscoli addominali.
Gli
addominali, con questi movimenti, aiutano il diaframma a svolgere la sua
funzione. Con questi due movimenti le note da emettere hanno un controllo
maggiore. Per cui le note lunghe risulteranno più stabili e le note più
alte saranno più precise e incisive.
Altrove
abbiamo parlato della inspirazione, cioè dell’atto in cui
l’aria scende nei polmoni che si gonfiano sotto la spinta dell’aria
incamerata. Abbiamo anche visto come i polmoni che si gonfiano d’aria
avranno un volume maggiore rispetto a quando stanno a riposo. Per cui
sotto la spinta dell’aria il compito del diaframma e degli addominali è
quello di acconsentire a questa espansione spingendo verso il basso e
creare quindi l’ulteriore spazio necessario ai polmoni, costipando le
viscere verso il basso (creando così il famoso effetto del
palloncino che si gonfia nell’addome). Una volta presa coscienza di questo tipo di respirazione dobbiamo fare in modo di alzarla un pò. Abbiamo capito che l'aria può essere convogliata molto in basso, (diciamo nell'addome) oppure molto in alto (diciamo nel torace). Noi dobbiamo posizionare quest'aria in una posizione centrale, in modo da poter riempire tutto il polmone se ce n'è bisogno, ma soprattutto per poter meglio gestire l'aria con i muscoli addominali. Infatti come vedremo poche righe più avanti, l'emissione dell'aria e la produzione del suono è in gran parte gestita dai muscoli addominali. Se teniamo l'aria troppo in basso o troppo in alto non riusciamo a far lavorare bene gli addominali e l'espirazione potrebbe non essere corretta e utile al nostro scopo..... gestire il suono. I polmoni gonfiandosi andranno ad occupare lo spazio lasciato vuoto dal diaframma (che voglio ricordare è un muscolo laminare a forma di cupola il cui vertice sale all’interno della gabbia toracica, e che quando si contrae si appiattisce e ne consegue l’allungamento del diametro) ma non solo. I polmoni premeranno contro la parte bassa della gabbia toracica. Per cui, siccome sappiamo che le ultime due coste della gabbia toracica sono piuttosto elastiche in quanto non saldate anteriormente, e per questo definite anche coste false oppure fluttuanti queste cederanno anche loro sotto la spinta dei polmoni rigonfi d’aria. T
Questi
due movimenti di cessione dello spazio da parte del diaframma e
delle coste, fanno si che i polmoni possano gonfiarsi nella loro parte
bassa e non solo in quella alta. Infatti abbiamo già visto come una corretta
respirazione debba prevedere il convogliamento dell’aria inspirata verso
il basso e non verso l’alto. Attuare quindi una respirazione costo-diaframmatica
anziché
una respirazione clavicolare (o alta).
La
respirazione diaframmatica infatti può essere spontaneamente più o meno
bassa nell'allievo in base alla sua confornazione. Infatti solitamente applicano
una respirazione più costale le donne ed
i longilinei dei due sessi, viceversa la respirazione addominale,
quindi un pò più bassa,
è più presente nei brevilinei e negli uomini. Inoltre entra in ballo
anche l’inclinazione delle coste, insomma si sta parlando di anatomia
individuale, con tutte le sfumature del caso dovute anche ai cambiamenti
morfologici causati dallo stile di vita tenuto dall’individuo in
questione.
Per
cui se proprio vogliamo differenziare la respirazione addominale da quella
costale, non si può non conoscere alla perfezione la struttura fisica
dell’allievo e quindi rispettare la sua predisposizione naturale a
determinati meccanismi.
Nell’
APPOGGIO i muscoli addominali forniscono al diaframma un
sostegno sicuro ed efficace durante l’espirazione.
In
questo modo mentre l’aria fuoriesce dai polmoni e risale verso l’alto
per mettere in vibrazione le corde vocali, i polmoni stessi sono sostenuti
dal diaframma che a sua volta è sostenuto dai muscoli addominali.
Quando
i polmoni mano a mano si svuotano del loro contenuto di aria, si riducono
di volume e quindi occupano meno spazio, il diaframma accompagna questo
movimento dei polmoni e risale di pari passo rimanendo sempre a contatto
con la parte bassa dei polmoni, grazie anche alla sua già riferita forma
a cupola.
Questo
contatto è in realtà un sostegno, un piano d’appoggio per i polmoni
che possono svuotarsi e contrarsi senza perdere appunto l’appoggio.
Infatti durante l’espirazione si avrà una introspezione del diaframma.
Inoltre i polmoni saranno compressi lateralmente dalle coste e vengono “strizzati”
verso l’alto. Con i polmoni risale anche la trachea, alla sommità
della quale si trova la laringe. Tale risalita è componente
fondamentale, ma automatica, del meccanismo della produzione del suono.
Questo continuo appoggio fa in modo che la colonna d’aria formata dai
polmoni e che risale verso l’alto sia costante, un bel flusso omogeneo e
che non ci siano insomma, si lasci passare il termine, “dei vuoti d’aria”.
Ora,
considerando che la nota lunga e sostenuta è provocata da una vibrazione
costante e regolare delle
corde vocali, la vibrazione è resa possibile perché è costante e
regolare la colonna d’aria che va a
sbattere contro la superficie inferiore delle corde vocali.
Per
cui se la colonna d’aria non è costante e regolare anche le vibrazioni
delle corde non saranno costanti e regolari e di conseguenza non sarà
costante neanche il suono prodotto dalle corde vocali, praticamente la
nota prodotta sarà traballante ed imprecisa, come si dice spesso sarà
una nota “calante” oppure “crescente”, comunque non perfettamente
intonata.
Usiamo
un’immagine per descrivere ciò che accade, un’immagine invero assai
citata nei testi di didattica sul canto, ma comunque sempre efficace e che
io cercherò di rendere semplicemente
ancora più comprensibile, senza la pretesa di voler riferire
qualcosa di inedito.
Immaginiamo
una fisarmonica, o meglio il mantice di una fisarmonica, e paragoniamo il
mantice ai polmoni; e paragoniamo il braccio del musicista che regge
il mantice al diaframma e ai muscoli addominali.
Quando
il mantice deve riempirsi d’aria come fa? Si allarga grazie al braccio
del musicista che lo tira verso il basso. Il braccio del musicista però
sostiene il mantice, e lo tira in basso per quanto basta, in base
all’aria che occorre per la fase successiva, quella di espulsione
dell’aria e produzione del suono. Il braccio del musicista non lascia
cadere verso il basso il mantice senza sostenerlo, se lo facesse il
mantice ballonzolerebbe verso il basso, in modo goffo e scoordinato.
Il
braccio del musicista lo troviamo anche nella fase di produzione del
suono. Quando cioè deve spinger sul mantice e far fuoriuscire il suono.
La spinta, oltre a spingere fuori l’aria, naturalmente, fa si che il
mantice sia sempre ben sostenuto e che il mantice non si “rilassi
verso il basso”
L’accento
è un movimento spesso ignorato, o
quantomeno non si pone nei suoi confronti la giusta importanza, almeno
secondo il mio punto di vista.
Io
ritengo sia un movimento importantissimo, almeno tanto quanto
l’appoggio. Soprattutto perché entra in ballo quando il cantante deve
eseguire note particolarmente acute, quelle note che spesso inducono il
cantante a movimenti sbagliati che creano tensioni, dando luogo a note
acute imprecise, che oltre a produrre suoni non gradevoli, inducono il
cantante in una sorte di “timore psicologico” nei confronti degli
acuti. Questa emissione errata degli acuti spesso inducono il cantante in
una sorta di “paura degli acuti”. Questa paura crea tensioni e le
tensioni concorrono a sbagliare effettivamente l’emissione. Il tutto
induce il cantante in una sorta di reazione a catena che avendo
paura di sbagliare, sbaglia veramente, e crea in lui l’errata
consapevolezza di non poter raggiungere le note più alte che invece
magari fanno parte della propria tessitura, ma non escono semplicemente
perché sono male affrontate, sia psicologicamente che tecnicamente.
L’accento
è praticamente un movimento contrario all’appoggio. Si effettua con gli
addominali più bassi. E’ una spinta
decisa dal basso verso l’alto. Un movimento secco e veloce, impareremo col
tempo quanto intenso dovrà essere questo moviimento. Serve per
avere uno spunto maggiore quando si debbono affrontare note
particolarmente acute e difficoltose.
Noi
abbiamo dell’aria nei polmoni, e quest’aria dobbiamo farla schizzar
fuori mandandola contro le corde vocali. Per cui, per facilitare questa
fuoriuscita, diamo una velocissima “strizzatina” alla parte
bassa dei polmoni. E per questa strizzatina adoperiamo sempre il diaframma
e i muscoli addominali bassi. In questo modo la parte alta del busto (e
di conseguenza la gola) rimane perfettamente rilassata, in quanto il
tutto è demandato al diaframma ed ai muscoli addominali, sia alti che
bassi.
Immediatamente
dopo aver prodotto la nota acuta, se questa dovrà essere anche mantenuta (per
un bell’acuto finale magari) gli addominali alti rimarranno in
posizione di appoggio che nel
frattempo non è stata mai mollata. Se
invece non ci sarà bisogno di mantenere la nota, seguira la fase di
inspirazione. In ogni caso, come è stato premesso, l’accento è un
movimento deciso e veloce, da ripetersi ogni qual volta se ne presenti la
necessità.
Vale
la pena precisare quindi, che durante una canzone gli addominali non
rimarranno mai fermi. O si ritirano durante l’inspirazione, o si
posizionano per effettuare l’appoggio oppure aggiungono all’appoggio,
l’accento, spingendo decisi verso l’alto.-
Per
questo cantare è una bella fatica per gli addominali e per questo si dice
spesso che gli addominali sono il vero motore della voce!!!
Inoltre,
l’utilizzo corretto di questo motore, evita che il cantante produca le
note utilizzando la gola, che invece come è stato più volte detto deve
rimanere priva di tensioni, come deve rimanere priva di tensioni tutta la
parte superiore del tronco (torace, spalle, collo
ecc.).
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LA POSTURA NEL CANTO
La nostra posizione deve essere sicura e rilassata nello stesso tempo. Teniamo quindi le gambe leggermente divaricate (affinchè il nostro equilibrio non sia precario) le ginocchia debbono essere leggermente flesse (per non mandare il bacino e tutto il corpo all’indietro) e mantenute elastiche. Del resto come è risaputo una base larga e stabile è il miglior inizio per qualsiasi cosa si vorrà fare al di sopra di quella base!!!! Cerchiamo di spostare il peso del corpo in avanti sbilanciandoci leggermente sulle punte, questo contribuirà a farci sentire un pò più rilassati. Se al contrario indirizziamo il nostro peso sui talloni sbilanciandoci leggermente all'indietro, dovreste avvertire una sensazione di rigidità che si estende anche alla zona delle spalle e del collo, per l'appunto quelle zone del corpo che invece dobbiamo mantenere rilassati. Ia parte superiore del corpo va tenuta ben rilassata (tronco, spalle, collo) in questo modo anche la gola risulterà rilassata e la colonna d’aria proveniente dai polmoni farà vibrare solo le corde vocali senza alcuna influenza dovuta alle contrazioni muscolari. Immaginatevi di dover fornire al percorso dell'aria una strada armoniosa e fluida senza intoppi e restringimenti. Immaginiamo di essere sostenuti, come un burattino di legno, da un filo che parte dalla nostra nuca e si va a fissare sul soffitto. Immaginiamo che sia questo filo a tenerci in piedi correttamente. Da notare che questa postura deve risultarci estremamente comoda, se ci sentiamo tesi evidentemente stiamo sbagliando qualcosa. Pensate che anche chi pratica lo sport del tiro di precisione con la pistola assume una posizione molto simile a questa che gli permette di prendere la mira comodamente, senza fretta e senza muovere le spalle. Una citazione merita anche l'articolazione della bocca (detta anche maschera facciale). Articolare bene le vocali, aprendo bene la bocca e esasperando i movimenti, facilità anche l'uscita del suono dalla testa, soprattutto dei suoni più alti. Per cui più si cantano note alte più si dovrà badare che la nostra bocca sia ben aperta e con un espressione sorridente. Non sottovalutiamo l'importanza della posizione della bocca, infatti per noi la bocca è l'unica via d'uscita del suono dopo aver risuonato nel nostro corpo, sarebbe come sottovalutare i fori delle casse acustiche, frutto di accurate ricerche progettuali tendenti ad esaltare la resa acustica dei diffusori. Per cui, in questo caso, cerchiamo di essere buoni progettisti della nostra cassa acustica naturale: il nostro corpo e la nostra bocca.
Il nostro consiglio è quello di eseguire questi movimenti, almeno per le prime volte, alla presenza di una persona che possa eventualmente correggervi in caso di un’errata interpretazione di quanto sopra scritto che potrebbe causarvi brutte abitudini difficili da correggere in seguito. |
Molto tempo fa abbiamo avuto modo di conoscere il Dott. Giovanni Pepè, docente di podologia e posturologia presso le università di Roma e Perugia. Visitando il suo sito ho scoperto cose importanti su questa sua specialità che in qualche modo possono interessare anche chi ha letto fino in fondo questa mia pagina sulla postura nel canto. Di seguito riporto alcune sue riflessioni: "La postura è la posizione del corpo giusta o sbagliata. La posturologia è lo studio dell'equilibrio..... Che può portare verso una corretta postura, ma non è detto! In quanto mira soprattutto alla migliore funzionalità del corpo e non all'estetica del corpo." "L’uomo eretto, immobile, mantiene la propria verticale di gravità all’interno di un cilindro della sezione di meno di un centimetro quadrato."
"Un
muscolo entra in tensione quando è sotto stress. Gli stress possono
essere di natura fisica o emotiva… |
PRESSO LO STUDIO DI REGISTRAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE E' POSSIBILE FARE: registrazione e mixaggio canzoni - pubblicità radiofoniche - registrazioni annunci centri commerciali - montaggi audio per scuole di ballo - scuole di teatro - palestre - presentazione attività commerciali - jingle- messaggi segreterie telefoniche commerciali e private - registrazione su CD di auguri personalizzati - registrazione della voce su base audio/midi/mp3 + cori e/o doppie voci - masterizzazione basi midi con expander Roland ottimizzazione masterizzazione e grafica del cd - doppiaggio di lunghi e cortometraggi E' possibile registrare su qualsiasi supporto (cd - md - dat - mc - vcr - mp3) A PARTIRE DA 40 € |
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