La dizione La pronuncia corretta e l'articolazione vocale l'associazione culturale "scuola di canto Lorena Scaccia" si trova a Civitavecchia (RM) Viale Adriano Novello 30 (zona San Gordiano) telefono 328 8691 404 fax: 0766.25826info@scuoladicanto.it www.scuoladicanto.it / .org/ .net/ .biz/ .com p.iva e codice fiscale 09738991000 |
Il logo della scuola di canto di Lorena Scaccia è stato appositamente realizzato ed è proprietà esclusiva di Lorena Scaccia. E' vietato qualsiasi utilizzo e la riproduzione anche parziale senza apposita autorizzazione
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Andiamo subito al sodo e cerchiamo di conoscere qualche cosa che ci faccia parlare con una corretta dizione, che poi applicheremo anche sulle nostre canzoni. Come già detto nella pagina della TECNICA DI CANTO LA DIZIONE DOBBIAMO IMPARARLA. Assolutamente. A meno che non vogliamo cantare intenzionalmente canzoni dialettali. Qui purtroppo siamo messi malino. Molto anche per colpa della scuola primaria e secondaria. Quanti maestri e professori, di scuole elementari e medie parlano e spiegano le materie nel loro dialetto di provenienza. Incuranti di pronunciare correttamente quello che stanno dicendo. Conosco bambini romani che hanno genitori romani con una corretta pronuncia. Ma hanno insegnanti che parlano in dialetto. Un bambino romano da generazioni parla con inflessioni pugliesi!!! Un altro con inflessioni calabresi..... e via dicendo. I genitori sono disperati....!!! Pensate se un professore di inglese ci spiegasse la lezioni di inglese nel dialetto di un sobborgo di Londra, o di un'altra zona dell'Inghilterra. Addirittura facciamo i puristi quando pensiamo ad uno statunitense che insegna inglese: "ma quello lì parla lo slang del nord-america...." Però poi soprassediamo se un insegnante spiega la lezione di italiano in Lombardo, Genovese, toscano, romano, siciliano ecc. E ancora, molti ragazzi proponendogli di studiare la dizione ci hanno obbiettato: "ma se parlo correttamente in italiano, quando vado in comitiva con i miei amici che parlano in dialetto, questi mi prendono in giro....!!!" Bene. La risposta da dare è semplice. Se uno impara la lingua inglese e poi va a fare visita all'anziana nonna che parla solo in dialetto, se gli si deve chiedere un bicchiere d'acqua che gli si chiede in inglese??? certamente che no! Quando si impara una lingua o più di una si può scegliere quale parlare no!? Per cui, considerando una corretta dizione una vera e propria lingua a se stante, possiamo decidere quando ci pare se parlarla oppure no. Allora quando si deve parlare in italiano perche si è intervistati (parliamo sempre di cantanti) oppure si è sul palco a presentare la propria canzone ecc. si parlerà correttamente in italiano, poi quando si esce con gli amici di cui sopra, se proprio ci si tiene a frequentarli ed adeguarsi a loro, si parlerà come si è parlato con l'anziana nonna nell'esempio di prima. |
L'ARTICOLAZIONE Per esempio, cosè l'articolazione della bocca? Per articolazione intendiamo la giusta apertura delle vocali quando esse si pronunciano. E' importantissimo specificare per bene il suono di ogni vocale. Più la nota è acuta e più bisogna dare spazio alla voce, occorre quindi aprire maggiormente le vocali e assumere un'espressione del viso sorridente. L'articolazione della bocca è molto importante anche nel parlato. Provate a guardare attentamente i movimenti della bocca dei giornalisti dei telegiornali (almeno quelli che parlano in un corretto italiano) i movimenti della loro bocca possono sembrare esagerati, ma sono essenziali per pronunciare correttamente ciò che si stanno dicendo, ma soprattutto per rendere comprensibile ciò che si dice. Se non si articola correttamente la bocca tutte le vocali hanno un suono analogo, il risultato è che certe parole non si comprendono proprio, sono sbiascicate, incomprensibili. |
I suoni di "S" - "Z" - "C" - "G". Le lettere di cui sopra sono consonanti e come tali sono suoni che possono essere pronunciati solo appoggiandosi ad una vocale, esse come dice il loro nome, suonano solo con l'aiuto di una vocale, ma non sempre nello stesso modo. Andiamo a conoscere i due suoni delle consonanti di cui sopra. Le lettere S e Z rappresentano
due suoni, uno sordo o
aspro, come in seta e
in danza e uno sonoro o dolce come
in rosa e zeta.
La “S” sorda
La S si
pronuncia sorda o aspra , come in seta:
·
quando è all’inizio di parola
seguita da vocale: sapere, santo, sale;
·
all’inizio o nel corpo della parola,
quando è seguita dalle consonanti sorde c,
p, t, f, q: scale,
spada, staffa, sfera, squadra, trasferire;
·
quando, nel corpo
della parola, è preceduta da una consonante: polso, borsa, psicologo;
·
quando, nel corpo della parola, è
doppia: rosso, disse, fossa;
La
“S” sonora
La S si pronuncia sonora o dolce, come in rosa:
·
quando è all’inizio
o nel corpo della parola ed è seguita dalle consonanti sonore
b,
d, g, l, m, n, r, v: sbandare,
disdire, sgusciare, slavato, snaturare, sradicare, sveglia;
·
quando si trova tra due
vocali: mese, viso, esami. Ma sono frequenti anche i casi di S intervocalica
sorda anche se queste eccezioni ormai non sono più molto rispettate nemmeno da
coloro che fanno uso professionale della voce: casa, cosa, naso, riso;
·
nelle parole per lo più
di registro dotto, in –asi, -esi, -isi, -osi: stasi, genesi,
dialisi, nevrosi.
La
“Z” sorda
La Z si pronuncia sorda o aspra, come in danza:
·
quando è seguita dai
gruppi ia, ie, io: mestizia,
grazia, lezione;
·
quando è doppia: pazzo,
ruzzolare;
·
nelle parole terminanti
in –anza, -enza, -ezza: costanza, frequenza, bellezza.
·
molto spesso in
principio di parola se la sillaba successiva inizia con : c – f – p –
t: zucche – zucchero –
zolfo – zuppa – zampa – zappa – zitella – zitto
La
“Z” sonora
La z si pronuncia sonora o dolce, come in zero:
·
quando si trova in
principio di parola: zefiro, zeta, zaino. Fanno eccezione: zampa,
zappa, zolla;
· quando si trova tra due
vocali: azalea, azoto;
·
nei suffissi
-izzare, e
izzazione:
nazionalizzare, nazionalizzazione.
Le
lettere “C” e “G” rappresentano due suoni:
·
un suono duro o velare
o gutturale davanti alle vocali a,
o, u,
davanti a un’altra consonante e in fine di parola:
cane,
corvo, curvo, gatto, gufo, golfo, grave, basic;
·
un suono dolce o
palatale, davanti alle vocali palatali e, i:
cena,
ciliegio, giro, gelato; Per indicare che una C o una G sono dure o velari anche se sono seguite da e, i, si inserisce tra la consonante e la vocale una H : pochi, chitarra, luoghi, ghepardo. Per indicare invece che una C o una G sono dolci o palatali anche davanti a a, o, u, si inserisce tra la consonante e la vocale solo una i, che ha solo funzione grafica e quindi non viene pronunciata e che da vita ai digrammi ci e gi: caccia, bacio, ciurma, giallo, giocare, giurato. Chi è sicuro che quanto detto sopra è superfluo perchè ritiene di avere una buona dizione, provi ad esercitarsi con "una sola vocale" la famigerata "S". |
ESERCITIAMOCI CON LA "S" Luigi Rasi "Dell'arte del dire"
Di
subito si scosse essa la sposa, e ansiosa insieme e sospettosa mosse il
passo
verso
l’uscio della stanza dove stava lo sposo.
In
forse stette un solo istante, poscia un osso spinse sporgente di su
l’uscio, e
l’uscio
tosto si schiuse.
Ahi,
vista ! Il misero consorte sanguinoso si stava steso al suolo e
semispento. Un
indistinto
suono messe e un sospiro affannoso…. poi fattosi sostegno della man,
s’alzo sul fianco, un secondo si resse, e disse a stento: assassina ….
assassina !…. Ad uno sforzo anche lasciossi e ad un sospiro estremo,
poscia spiro….
La
misera superstite spassionandosi sola in su la salma dello sposo, al
Signor
spesso
spossata, il pensiero volgeva, indi: Susanna ! Esclamò,
Susanna !…. Nessuno rispose.
Su, sii presta !…. sollecita, Susanna ! Sempre nessuno. La Contessa estatica, fuor di se stessa uscì da quella stanza, e corse per la casa, non cessando mai di esclamar: Susanna ! Era silenzio altissimo dovunque. Un reo sospetto la vinse…. il sangue le corse alla testa …. le scale ascese, penetrò d’un salto la stanza della serva …. era deserta ! ma sulla sedia presso la finestra stava un foglio…. lo lesse: “non si stia a prender pensier di me, signora. Lascio la casa sua per sempre… sono io sola l’assassina del suo sposo; ma sono sicura che il Signore stesso sarà meco pietoso…. son decisa."
La
serva questa lettera d’avviso che Susanna morì, ma vendicata !” Oh,
Signore….
Signore !…. il tuo soccorso presto…! la testa si smarrisce !….. oh
scendi Signore !…. i
sensi…. i sensi miei …. |
ESERCITIAMOCI CON LA "S" "C" "Z"
IL COMMERCIANTE DI BORSE di Lorena Scaccia
Centocinquanta articoli, in pelle di cinghiale, da polso, con
cinture e cinturini.
Ogni mese fa un inventario. Una volta, per certi compiti, assunse
un garzone. Sessanta ore alla settimana, un lavoro da nevrosi e certosino.
Da eseguire in modo preciso, conciso e con metodica frequenza. Una specie
di censimento delle borse insomma.
Certe volte ci voleva un mese intero, a volte meno. Certo è che
nessuno poteva sapere quanto ci volesse. Il commesso,
zitto zitto, faceva il suo lavoro.
Le borse di colore rosa da una parte, quelle rosse da un’altra.
Le cinte accatastate in appositi recipienti, con cartellini che
segnano il prezzo.
Durante i saldi c’è lo sconto. Gli articoli scontati in cima
alle scale. Su di un
balconcino azzurro con strisce rosse e ciclamino.
Il cinquanta per cento di sconto sulle borse, il trentacinque per
cento per le cinte, alcune, invece, solo il venticinque per cento.
Le borse a prezzo intero giacciono invece su di una rastrelliera.
In un angolo dove c’è un sottofondo musicale. La rastrelliera è
solida, anche se percorsa da uno scossone, le borse non cadono.
Ci sono anche una decina di zaini, color zucchero grezzo. Lo sconto
sugli zaini è del quindici per cento, certi, quelli acetati e di colore
rosa, di qualsiasi marca siano, sono scontati del cinquantacinque per
cento. Il costo finale è di Lire 35.555 (trentacinquemilacinquecentocinquantacinque).
Leggere
senza fretta, rispettando le pause legate alla punteggiatura. State
bene attenti a respirare correttamente ogni volta che è possibile. Variate
la velocità del parlato, a volte più lentamente a volte più velocemente,
cercando di rendere il più enfatico possibile il vostro parlato e rendere più
avvincente la vostra
interpretazione. |
Per imparare a parlare correttamente possiamo anche prestare più attenzione ai doppiaggi italiani dei film stranieri. I nostri doppiatori sono i migliori al mondo, tutti ce l'invidiano, perchè dunque non cercare di imparare qualcosa da loro anche mentre ci stiamo gustando un bel film. Potremmo poi imparare ad "ASCOLTARE" un film. Ascoltare solamente senza vedere le immagini. Prestando massima attenzione, vi posso garantire, che si può imparare tantissimo, con non poche sorprese, scoprendo che molte delle parole che noi pronunciamo solitamente, sono pronunciate male. Naturalmente i cenni sulla dizione che avete potuto trovare sono veramente ben poca cosa rispetto a quello che potete trovare sui siti specializzati nel settore. Per cui se volete approfondire l'argomento dizione cliccate sul sito indicato qui sotto |
accademia degli attori la dizione secondo Dino Becagli
Per sapere come arrivare alla scuola di canto clicca sull'animazione qui sotto |
PRESSO LO STUDIO DI REGISTRAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE E' POSSIBILE FARE: registrazione e mixaggio canzoni - pubblicità radiofoniche - registrazioni annunci centri commerciali - montaggi audio per scuole di ballo - scuole di teatro - palestre - presentazione attività commerciali - jingle- messaggi segreterie telefoniche commerciali e private - registrazione su CD di auguri personalizzati - registrazione della voce su base audio/midi/mp3 + cori e/o doppie voci - masterizzazione basi midi con expander Roland ottimizzazione masterizzazione e grafica del cd - doppiaggio di lunghi e cortometraggi E' possibile registrare su qualsiasi supporto (cd - md - dat - mc - vcr - mp3) A PARTIRE DA 40 € |
tecnica vocale | respirazione e postura | tecnica microfonica |
interpretazione | dizione | anatomia del cantante |
le canzoni e i testi di Lorena Scaccia | Il gruppo vocale "Whitest di Lorena Scaccia" | link musicali |
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canto Lorena Scaccia"
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